La dodicesima notte

La dodicesima notte Riassunto e analisi di di Atto IV

Riassunto

Scena 1

Feste si avvicina a Sebastian, pensando che sia Cesario, e quando gli dice che non conosce né lui né Olivia, che Feste gli dice di incontrare, Feste si arrabbia e accusa Sebastian di essere strano. Arriva Sir Andrew, che colpisce Sebastian per rabbia, pensando che sia Cesario: Sir Toby e Sebastian stanno per sfidarsi a duello quando Olivia li trova e li invita a fermarsi. Olivia congeda Sir Toby e dice a Sebastian “se solo tu fossi disposto a obbedirmi“, pensando che si tratti di Cesario, data la sua grande somiglianza con la sorella. Sebastian decide di assecondarla, colpito dalla sua bellezza, pensando che sia un sogno piacevole dal quale spera di non risvegliarsi.

Scena 2

Maria e Feste cospirano per presentare Feste come Sir Topas, il curato, a Malvolio, che è rimasto nascosto. Feste cerca di convincere Malvolio di essere pazzo, ma lui continua a insistere sul contrario, sul fatto di essere stato ingiustamente incarcerato. Feste affronta Malvolio nei panni di sé stesso e lo tormenta ancora, finge poi una conversazione con sé stesso nei panni di Feste e Sir Topas e Malvolio implora carta e inchiostro per poter inviare un messaggio a Olivia. Feste promette di andare a prenderli e se ne va cantando una canzone.

Scena 3

Sebastian si chiede se sia lui a essere pazzo o se lo sia Olivia, ma riconosce che non può essere lei, perché è in grado di comandare una grande proprietà e quindi dovrebbe essere sana e coerente. Olivia gli chiede di andare insieme dal pastore e di sposarla e Sebastian, pur non conoscendola e non riuscendo a capire esattamente cosa stia succedendo, dice che la sposerà e se ne va con lei.

Analisi

Feste affronta Sebastian e lui, completamente perplesso sull’identità di Feste e sul motivo per cui si rivolga a lui come se lo conoscesse, adotta un tono infastidito e ancora più formale del solito. “Te ne prego, sfoga la tua follia da un’altra parte”, lo esorta Sebastian. Feste è infastidito dal linguaggio altisonante di Sebastian, che considera il suo modo di parlare normale come se fosse stato concepito per sembrare condiscendente nei confronti di Feste. Feste fa la parodia del tono e del linguaggio di Sebastian dicendogli: “Bando alle stranezze, ve ne prego” e deridendo l’uso della parola “sfogare”. Si noti il contrasto tra il modo di parlare più rigido di Sebastian e quello più semplice e spiritoso di Viola: a differenza di sua sorella, lui non si cimenta in alcun tipo di gioco di parole con Feste, scegliendo piuttosto di evitare qualsiasi tipo di confronto d’ingegno. Il tema dell’errore di identità torna in primo piano nelle scene con Sebastian in questo atto, in attesa di essere risolto nell’atto finale.

C’è una somiglianza di fondo tra Sebastian e Viola nei loro incontri con Feste, ed è la loro generosità, dimostrata dalla disponibilità a dargli denaro per ricompensarlo. Un altro aspetto comune delle loro personalità è l’impulsività: Sebastian si dimostra molto impulsivo, poiché sceglie di sposare Olivia nonostante la conosca solo da pochi minuti. Questi aspetti comuni del loro temperamento fanno sì che Sebastian e Viola si confondano più facilmente l’uno con l’altra mentre se fossero stati molto diversi, forse la differenza tra i due sarebbe stata scoperta più facilmente.

La reazione di Sebastian alla dimostrazione d’affetto di Olivia è parallela alla situazione di un altro gemello, Antifolo, ne La commedia degli errori di Shakespeare; anche Antifolo fu affrontato da una donna che reclamava il suo affetto, che lo scambiò per il suo gemello identico. Anche la reazione dei due gemelli è simile: Antipholus reagisce mettendo in dubbio la sua sanità mentale e se sia sveglio, proprio come Sebastian nella sua divagazione. Entrambi prendono la stessa decisione in questa situazione: Sebastian stesso decide di “tenere i miei sensi immersi nel Lete”, alludendo al mitico fiume dell’oblio per trasmettere la capricciosità della sua decisione.

Anche qui, l’opera si avvale dell’ironia drammatica per intrattenere il pubblico e per far sì che i personaggi si confondano l’uno con l’altro. La situazione presentata in questa scena è molto divertente perché Olivia scambia Sebastian per Viola e Sebastian non si rende conto dello scambio di identità in cui è coinvolto. Il pubblico è consapevole di tutto ciò e si diverte sapendo che questi personaggi sono stati scambiati e che sarà necessario un incidente di qualche tipo per risolvere la situazione e che sia Olivia che Sebastian, per non parlare degli altri, saranno scioccati dalla verità.

Feste continua con i suoi dispetti nella scena successiva, con Malvolio: si traveste da chierico di nome Topas, cioè “topazio”, una pietra che simboleggiava la sanità mentale e quindi si pensava fosse una cura per la follia. Feste parla di nuovo con un tono da finto intellettuale, prendendo in giro l’abitudine degli studiosi di citare personaggi famosi, inventando un riferimento al fittizio “vecchio Eremita di Praga”. Corrompe il saluto spagnolo “buenos días” in qualcosa che sembra quasi latino, “bonos dies”, anche per sembrare più falsamente autorevole.

Per convincere Malvolio di essere pazzo, Feste propone alcuni paradossi e contraddice alcune delle cose che Malvolio sa essere vere. Inizia chiedendogli se nel luogo in cui è rinchiuso ci sia luce o buio, e quando Malvolio risponde che è effettivamente buio, Feste controbatte giurando che ci siano “bovindi trasparenti come barricate” e “luminosi come l’ebano”. Per “barricate”, Feste intende le “sbarre”, che non sono affatto trasparenti, e l’ebano è scuro e nero, piuttosto che chiaro; queste affermazioni hanno lo scopo di contraddire ciò che Malvolio percepisce, ma anche di confonderlo attraverso il paradosso insito nelle affermazioni. Feste lo interroga poi sulla sua fede nella teoria delle anime di Pitagora e minaccia di lasciare Malvolio quando quest’ultimo dice di non crederci. Sarebbe strano per un parroco credere che le anime abitino altri corpi dopo la morte, invece di credere all’idea tradizionale cristiana che le anime vadano in paradiso; tuttavia, Malvolio non coglie questo fatto fondamentale e non si rende conto che Sir Topas è in realtà Feste sotto mentite spoglie.

Continuando i suoi sforzi, Feste sconvolge Malvolio dicendogli che “procede a tentoni, come gli egiziani nella nebbia”, riferendosi a una delle piaghe d’Egitto della Bibbia, che consisteva in una fitta nebbia di oscurità che durava tre giorni. Malvolio cerca di rafforzare l’idea che il luogo in cui si trova sia buio, sostenendo che “questa casa è buia quanto l’ignoranza, anche se l’ignoranza fosse tenebrosa quanto l’inferno”. Il suo tentativo di qualificare le sue percezioni attraverso questa similitudine mostra quanto sia testardo e quanto sarà difficile per Feste e il gruppo far impazzire Malvolio.

Feste si rivolge a Malvolio parlando anche di sé stesso; ma quando Malvolio lo definisce “sciocco”, Feste si limita a schernirlo con una canzone che mette in risalto la situazione di Malvolio, innamorato di una donna che ha in mente soltanto un altro. Le grida di Malvolio risultano inutili con Feste, che anche se fa la parte del buffone, è stato mostrato come qualcuno piuttosto saggio; è ironico che Malvolio chiami Feste sciocco, dal momento che Malvolio si è comportato da sciocco più di quanto non faccia di solito Feste.

In questa scena Malvolio si sente ma non si vede sul palco. In alcune versioni parla da sotto il palcoscenico, mentre in altre è dietro il palcoscenico, quindi la scena fa affidamento su Feste e sulle sue capacità interpretative e, così com’è scritta, non risulta dare particolare solidarietà a Malvolio. Tuttavia, il trattamento di Malvolio, che nelle scene precedenti era per lo più comico, diventa piuttosto crudele: lui continua a implorare di essere lasciato uscire, di avere luce e strumenti per scrivere, ma le sue suppliche vengono ignorate mentre Feste fa del suo meglio per farlo sembrare ancora più sciocco di quanto non sia. Feste è piuttosto diffidente nei confronti di Malvolio e anche il suo piacere di tormentarlo è piuttosto sadico. Mentre prima Feste era spiritoso, benevolo e pieno di scherzi, qui rivela un lato più oscuro e anche la commedia diventa un po’ più cupa.