La dodicesima notte

La dodicesima notte Riassunto e analisi di di Atto III

Riassunto

Scena 1

Cesario entra in scena, va a trovare Olivia. Incontra Feste, che come al solito è molto spiritoso e sciocco: esprime infatti la sua antipatia per Cesario, che lui non prende sul personale e anzi gli dà qualche moneta per i suoi giochi di parole e accenna all’arguzia necessaria per fare il buffone bene quanto lui. Viola si imbatte in Sir Toby e Sir Andrew mentre si reca a far visita a Olivia. Quest’ultima va quindi incontro a Cesario, che tenta nuovamente di mettere una buona parola per Orsino affinché possa piacere a Olivia.

Olivia si scusa per la confusione che ha causato a Cesario mandandogli l’anello e confessa di nutrire affetto lui; chiede quindi di sapere se prova lo stesso sentimento. Cesario dice di no e le chiede di nuovo se vorrà saperne di Orsino: Olivia è costante nel suo non rispondere a Orsino, ma fa un ultimo tentativo per conquistare Cesario. Viola avverte Olivia come meglio può, dicendole “non sono quel che sembro”, anche se Olivia non coglie il vero significato della sua affermazione. Ovviamente non ha successo e Cesario se ne va, ma non senza che Olivia lo preghi di tornare.

Scena 2

Sir Andrew finalmente rinsavisce e si rende conto che Olivia preferisce Cesario molto più di quanto lei preferisca lui. Il suo amico Fabian cerca di convincerlo che Olivia sta solo fingendo di preferire Cesario, per far ingelosire Sir Andrew; la sua bugia ha buone intenzioni, ma non placa la rabbia di Sir Andrew. Sir Toby allora convince Sir Andrew a sfidare Cesario a duello e che, se Sir Andrew vincerà, otterrà sicuramente l’affetto di Olivia. Sir Toby gli dice di scrivere una lettera di sfida, che Sir Andrew consegnerà; in realtà Toby non ha intenzione di sponsorizzare un duello, ma pensa che la sfida potrebbe raffreddare un po’ Sir Andrew. Poi Maria entra in scena e prega tutti di andare a vedere Malvolio, che si sta comportando come un perfetto idiota di fronte a Olivia.

Scena 3

Antonio tarda ad abbandonare Sebastian, perché teme che possa capitargli qualcosa dal momento che non conosce affatto il paese. Sebastian vuole girare e vedere i dintorni, ma Antonio gli dice che non può e gli confessa di essere stato coinvolto in un’azione di pirateria contro l’Illiria, per cui è ricercato dal Conte. Antonio gli propone di incontrarsi in una locanda dopo un’ora, dicendogli che potrà girovagare fino a quel momento. Così i due si separano, sperando di incontrarsi di nuovo senza alcun problema.

Scena 4

Maria avverte Olivia del comportamento molto strano di Malvolio; tuttavia, Olivia desidera ancora che Malvolio sia portato davanti a lei. Malvolio indossa calze gialle incrociate, che Olivia detesta, e lui si premura di sottolineare quello che ritiene essere il suo gusto alla moda. Malvolio continua con le sue assurdità, fa commenti di ingiustificata familiarità e sconcerta completamente Olivia con i suoi tentativi sbagliati di essere amorevole con lei. Olivia valuta lo strano comportamento di Malvolio come una sorta di follia passeggera e ordina che ci si occupi di Malvolio mentre lei si occupa di Cesario, che si suppone sia tornato.

Sir Toby, Maria e Fabian si avvicinano a Malvolio: lo trattano come un caso di stregoneria o di possessione e fingono di non sapere nulla della vera causa del suo strano comportamento. Poi il loro piano prende una piega più malvagia: non soddisfatti dello scompiglio che hanno già causato, decidono di far impazzire Malvolio, se ci riescono. Sir Andrew torna con la sua lettera per Cesario e lui appare, dopo aver ricucito i cattivi sentimenti dell’ultima drammatica scena.

Sir Toby riferisce a Cesario la sfida di Sir Andrew e cerca di far sì che lui si sottragga al confronto esagerando la cattiveria e la rabbia di Sir Andrew. Sir Andrew e Viola sono prossimi a una sorta di confronto, seppur riluttante, quando Antonio si imbatte in loro: viene quindi arrestato dagli ufficiali del Conte e chiede a Cesario la sua borsa, scambiandolo per Sebastian. Antonio è sorpreso quando lui non gli dà la borsa e pensa che sia ingrato per il suo aiuto. Racconta di aver salvato Sebastian dall’annegamento, il che fa capire a Viola che suo fratello potrebbe essere vivo. Antonio viene trascinato via e Viola spera che quanto dice sia vero e che suo fratello possa essersi salvato dal naufragio.

Analisi

La prima scena riunisce finalmente Feste e Viola per un’interessante conversazione che rivela molto sul ruolo di Feste nella commedia: non è solo una figura comica di supporto, come Sir Andrew; è al contrario perspicace quando gli altri non lo sono, come nota Viola dopo l’incontro. Feste e Viola hanno in realtà qualcosa in comune: entrambi sono servi stipendiati e sono molto più di ciò che sembrano, e quindi rappresentano una minaccia l’uno per l’altra, dal momento che cercano di scoprire i rispettivi segreti. Viola sa, a differenza di Olivia, Orsino e gli altri, che Feste è tutt’altro che uno stolto: egli “è sufficientemente saggio da far la parte del matto, ma per farla bene, occorre un certo ingegno”, dice. Feste è molto bravo a giudicare la natura umana, come dimostra la sua valutazione corretta di Orsino nel secondo atto, e potrebbe anche essere l’unico nell’opera a intuire il travestimento di Viola.

Che Giove, alla prossima distribuzione di barbe, ne mandi una anche a te”, dice Feste a Cesario. L’affermazione può essere interpretata come una prova che Feste sa che si tratta di Viola travestita, la cui reazione rapida e un po’ agitata supporta tale tesi. Tuttavia, questa conclusione è incerta nonostante Viola ammetta che Feste è più perspicace della maggior parte delle persone che ha incontrato e che, secondo lei, dovrebbe avere l’intelligenza necessaria per accorgersi del suo travestimento.

Il confronto tra Viola e Feste ripropone anche il tema dell’apparenza in contrapposizione alla realtà: nessuno dei due è quello che sembra, anche se entrambi riescono a cogliere senza problemi il travestimento dell’altro. Inoltre, Viola parla del vero divario tra saggezza e conoscenza, cioè tra coloro che appaiono, o vorrebbero apparire, come saggi, come Malvolio, sottolineando che sono spesso più sciocchi di Feste, che nasconde la sua conoscenza dietro le sue esibizioni di follia. Questo discorso riecheggia le affermazioni di Olivia, nella quinta scena del primo atto, sulle apparenze ingannevoli della saggezza e della follia.

A un certo punto Feste dichiara apertamente la sua antipatia nei confronti di Cesario: forse lo vede come un rivale al servizio sia di Olivia che di Orsino, sebbene le loro mansioni siano di natura molto diversa. Feste arriva a suggerire che Cesario stesso sia uno sciocco; ma Viola, che si contrappone a Feste in questa scena, non dice nulla di negativo sul suo rivale e anzi, dato che è più generosa nel suo comportamento nei confronti di Feste, gli dà del denaro, anche se la loro posizione sia simile, mentre Feste cerca di ottenere ancora più denaro da lei. Feste è presentato come una sorta di mercenario, mentre Viola si dimostra equilibrata e restia all’ira.

Ancora una volta Feste continua con il suo tono finto-religioso e afferma che “vive alle spalle della chiesa” e, sebbene si riveli una battuta, mantiene i suoi precedenti tentativi di apparire come un finto chierico. Secondo Feste, “in bocca a una persona sveglia le parole valgono quanto un guanto di capretto”: le sue abilità sono fedeli alla metafora, poiché egli è in grado di sfruttare le qualità malleabili del linguaggio e di capovolgere le frasi con la stessa facilità con cui potrebbe farlo con un guanto di morbida pelle di capretto.

Feste impiega numerosi altri espedienti letterari nella sua piccola disputa con Cesario. Per esempio, formula una similitudine che recita: “I buffoni stanno ai mariti come le sardine stanno alle aringhe, i mariti stanno per i pesci più grossi”. Feste mostra una conoscenza di base delle credenze astronomiche elisabettiane, accennando al fatto che si pensava ancora che il sole orbitasse intorno alla terra e che solo gli stolti avrebbero pensato il contrario. Dimostra anche di conoscere la mitologia classica e di saperla sfruttare per le sue astuzie; chiede di procurare “una Cressida a questo Troilo” quando chiede altri soldi a Cesario. L’opera Troilo e Cressida fu scritta da Shakespeare poco dopo la fine de La dodicesima notte, e questa allusione significa che la storia stava probabilmente maturando nella mente di Shakespeare.

Viola fa del suo meglio per placare l’amore di Olivia, accennando anche al suo segreto, come aveva fatto con Orsino alla fine del secondo atto. Ma Olivia non è perspicace quanto Feste, e quindi non coglie il significato che intendeva esprimere. Quando inizia a parlare con Cesario, Olivia fa del suo meglio per indirizzare la conversazione verso argomenti personali e lui coglie l’occasione per adottare un tono formale, per cercare di placare un po’ Olivia. Quando Olivia gli chiede come si chiama, risponde con “il vostro umile servitore si chiama Cesario, bella principessa”: l’affermazione è molto impersonale nel modo in cui si rivolge a Olivia, e la reazione contrariata di Olivia è quantomeno un temporaneo diversivo all’inevitabile colpo di fulmine. Viola è brava a riportare le domande di Olivia sull’argomento Orsino e adotta pienamente le parole, i modi e il tono di un servo che si rivolge a qualcuno di rango superiore, anche se le sue risposte impersonali non fanno che rendere Olivia più determinata.

Il linguaggio di Olivia è in netto contrasto con quello di Cesario in questa scena, il che rivela ulteriormente quanto sia profonda la passione di Olivia. Mentre le risposte di Cesario sono scarne e semplici, Olivia parla per versi poetici e comunica l’urgenza del suo sentimento dicendo “non avrete mica messo alla berlina il mio buon nome sguinzagliandogli contro tutti i pensieri più impietosi che un cuore tiranno potrebbe concepire?”. Quando Olivia inizia ad agitarsi a causa della rabbia di Cesario, forma il suo discorso in distici a rima baciata, che nell’opera sono riservati alle affermazioni che trasmettono grande emozione o passione. “La notte dell’amore è il meriggio”, lamenta Olivia, e Cesario abbandona finalmente il suo tono impersonale e formale a favore di un discorso più simile a quello di Olivia. Nella versione originale entrambe adottano la forma dei distici in rima e Viola, pur riconoscendo la passione di Olivia, rifiuta in modo netto e gentile l’affetto di Olivia.

La terza scena mostra una maggiore amicizia tra Antonio e Sebastian. Sebbene Sebastian continui a dire ad Antonio che non ha più bisogno della sua compagnia, Antonio non lo lascia; come dice Sebastian, per Antonio “il piacere coincide col dolore”, paradosso che mette in evidenza la fedeltà di Antonio al suo nuovo amico. I critici hanno messo in dubbio il rapporto tra i due, che sembrano essere ancora più vicini di Orsino e Viola, e per motivi meno evidenti; forse Antonio si sente in obbligo verso Sebastian dopo averlo salvato dal naufragio, ma il loro rapporto è piuttosto ambiguo. È altrettanto ambiguo il passato di Antonio e la sua ammissione di essere stato coinvolto nella pirateria: forse la devozione di Antonio nei confronti di Sebastian ha lo scopo di mostrare come si sia redento e quindi come abbia subito il torto di essere stato imprigionato per crimini di cui si è poi pentito.

Malvolio, nella sua impazienza di fare avances amorose a Olivia nella quarta scena, allude ad alcune canzoni popolari ma sconce dell’epoca elisabettiana per cercare di far capire il suo punto di vista a Olivia. “Contenta lei, contenti tutti”, dice a Olivia, alludendo a una canzone che parla dei desideri sessuali delle donne, menzione che chiaramente la turba. Poi, allude a un’altra canzone scortese: “A letto? Sì, anima mia, ma in tua compagnia”, le dice, e Olivia a questo punto crede davvero che Malvolio sia impazzito. Malvolio pensa ancora, a questo punto, che Olivia sia molto attratta da lui, e queste affermazioni amichevoli sono il suo modo di riconoscere il desiderio che pensa che lei nutra; ma sono anche il modo più sicuro per turbarla, dato che Olivia non ha idea di cosa stia succedendo. Quando Malvolio nomina la lettera, la donna è ancora più sconcertata e teme per la sua sanità mentale; tuttavia, nessuno dei due ha capito che si tratta di uno scherzo.

L’arroganza e la prolissità di Malvolio si rivelano utili in questa scena: egli ragiona ad alta voce su come la lettera lo spinga a comportarsi in questo modo e la sua incapacità di capire che è stato ingannato fa sì che lo scherzo venga messo in scena per ottenere il massimo effetto. Viene messo in ridicolo per il puro gusto di esporlo e, grazie alla sua tendenza a parlare ad alta voce a se stesso, ricorda al pubblico il contenuto della lettera, le sue motivazioni e svela il suo carattere in modo più completo.

Sir Toby, Maria e compagnia si dimostrano dei veri burloni e portano a termine il loro scherzo con grande abilità. Nella quarta scena iniziano la seconda parte del loro scherzo, in cui cercano di convincere Malvolio di essere pazzo. Ognuno di loro inizia a pronunciare parole relative alla stregoneria e alla diavoleria, con un tono di falsa preoccupazione per il benessere di Malvolio. Sir Toby si rivolge a Malvolio con parole affettuose e inusuali, lo chiama “cocco bello” (in inglese “bawcock”) e “bella gioia” (in inglese “chuck”), entrambi nomi affettuosi che compaiono in altre opere di Shakespeare. Mentre fino a questo punto la punizione di Malvolio è stata di natura bonaria e giusta per la sua orgogliosa e offensiva invadenza, ora gli scherzi contro di lui diventano di natura molto più crudele e sono motivati più da un senso di sadico godimento del procedimento che da un giocoso desiderio di vederlo in imbarazzo.

Sir Toby e gli altri, ad eccezione di Sir Andrew, hanno intenzioni più onorevoli nei confronti di Cesario: serbano poco rancore verso di lui e di certo non vogliono che accada qualcosa di simile agli incidenti del duello contrastato. Sir Toby cerca di fare del suo meglio, attraverso grandi esagerazioni della bravura di Sir Andrew nei confronti di Cesario, e della bravura di Cesario nei confronti di Sir Andrew, per far sì che entrambi rifuggano da un confronto; adotta un tono minaccioso per farli rifuggire l’uno dall’altro, anche se la tattica non funziona.

Qui Viola rivela di aver modellato Cesario sulle sembianze e sul comportamento del fratello Sebastian. Potrebbe averlo fatto per compensare la perdita del fratello, come è stato discusso in un saggio di Joan Woodward; questo è un modo plausibile per affrontare il lutto, oltre a essere un eccellente espediente comico nella trama.