Sogno di una notte di mezza estate

Sogno di una notte di mezza estate L'analisi delle citazioni

“Ahimè, in tutto quel che ho potuto mai leggere o udire, di racconti fantastici o di storie vere, il corso d'un amor sincero non sì è mai svolto in modo liscio e piano.”

Lisandro (Atto I, Scena I)

Lisandro pronuncia queste parole a Ermia all'inizio della commedia, quando si scontrano con Egeo a causa della scelta del futuro sposo della ragazza. Un enunciato che racchiude uno dei maggiori temi dell'opera, ossia che l'amore è sempre costretto ad affrontare prove e sacrifici. Lisandro afferma infatti che nella storia del mondo, nessun amore vero abbia avuto un facile corso.

“L'Amore non guarda con gli occhi, ma col sentimento, ed è per questo che l'alato Cupido vien dipinto bendato.”

Elena (Atto I, Scena I)

Elena commenta la natura irrazionale dell'amore: sottolinea che gli amanti non guardano l'amato per come è davvero ma sono piuttosto accecati dai loro sentimenti di desiderio l'uno per l'altra. Il discorso di Elena fa' da eco ai temi della prima poesia inglese moderna e anche agli stessi poemi di Shakespeare, nei quali chi esprime attrazione nei confronti di qualcun altro può essere giudicato imperfetto o sgradito.

“Tuo padre dovrebbe esser per te come un dio, come colui medesimo che ebbe a comporre le tue bellezze, per il quale tu non sei altro che una forma di cera ch'egli stesso ha plasmata; ed è in suo potere così il lasciar la figura intatta com'è ora, ovvero distruggerla e sfigurarla.”

Teseo (Atto I, Scena I)

Quando Ermia si oppone al matrimonio con Demetrio, Teseo pronuncia queste parole per ricordarle l'obbedienza filiale. Descrive Ermia come una forma di cera scolpita dal proprio padre, ricordandole che dipende totalmente da lui e che è in balìa delle sue decisioni. Tuttavia, la conseguente scelta da parte di Ermia di fuggire nei boschi con Lisandro mette in luce il suo senso di autonomia e rappresenta la sfida che ella lancia a questo modo di pensare patriarcale.

“[...] e spesso [...] s'è intrattenuta a conversare con me, ed è rimasta seduta al mio fianco, sulle gialle arene di Nettuno, intenta ai mercanti che veleggiavano sul mare, e insieme abbiamo riso al veder le vele mentre concepivano per opera del vento lascivo, che inturgidiva loro il ventre [...]”

Titania (Atto II, Scena I)

Qui Titania descrive a Oberon la provenienza del bimbo scambiato, cercando di spiegare il motivo per cui desidera tenerlo con sé. Questo suo ricordo (del tempo intimo trascorso con la madre del bambino prima della sua morte) conferisce a Titania un aspetto sorprendentemente umano al suo carattere altrimenti soprannaturale. Inoltre, il riferimento a questo momento allude più marcatamente alle dinamiche di genere operanti nell’opera, suggerendo un altro esempio di affetto profondo e ambiguo tra due donne.

“Signore, quali /Pazzi i mortali”

Puck (Atto III, Scena II)

Questa è forse una delle più famose citazioni tratte da Sogno di una notte di mezza estate, visto che commenta ironicamente gli eventi dell'opera e, in senso più ampio, la cultura dell'amore e della devozione presente nella prima letteratura inglese moderna. Puck descrive gli umani come “pazzi”, mostrando come il loro comportamento sia fondamentalmente illogico e addirittura bizzarro per il mondo incantato stesso. Questa citazione incoraggia delicatamente gli spettatori a rivalutare gli aspetti della natura umana che essi ritengono più importanti.

“E pur se sia un po' piccolina, pure è feroce”

Elena (Atto III, Scena II)

Elena pronuncia queste parole nei confronti della sua amica Ermia, esponendo quando rapidamente si riesca a trasformare da dolce e innocente ragazza ad avversaria forte e formidabile. É una citazione che svela l'amicizia e la fiducia che legano Elena ed Ermia. Solleva inoltre spunti di riflessione riguardo le dinamiche di genere presenti nel testo, visto che il controllo patriarcale descritto nell'Atto I comincia a sgretolarsi con l'evolversi della trama.

“Mai non ho udito un più musicale disaccordo, mai un più dolce rotolìo di tuono”

Ippolita (Atto IV, Scena I)

Si tratta di una delle poche frasi della commedia pronunciate dalla nuova moglie di Teseo, Ippolita: ricorda un evento del suo passato riguardante cani da caccia e il verso che emettevano. L'ossimoro “musicale disaccordo” che usa per descrivere il suono udito è emblematico dell'interesse dell'opera nell'indulgere nella stravaganza e nel caos della propria trama.

“Ma siete proprio sicuri che siamo già svegli? A me sembra che dormiamo ancora e che stiamo soltanto sognando”

Demetrio (Atto IV, Scena I)

Questa citazione di Demetrio riflette l'attitudine principale dell'opera nei confronti dei sogni e dello stato onirico, nonché nella natura intrinseca della performance. Quando i personaggi ammettono di non essere sicuri se siano svegli o stiano sognando, le loro stesse battute commentano come il teatro possa funzionare in modo simile, trasportando gli spettatori in un ambiente familiare e tuttavia sconosciuto ai fini del loro intrattenimento.

“Ho avuto la più straordinaria delle visioni. Ho fatto un sogno che davvero nessuno ci si raccapezzerebbe a raccontar che sogno era [...] L'occhio dell'uomo non poté mai udire, né il suo orecchio vedere, né la sua lingua concepire o il suo cuore raccontare qualcosa di simile al mio sogno”

Bottom (Atto IV, Scena I)

Questa frase viene spesso considerata una prova del narcisismo e dell'ego di Bottom, che lo fanno così apparire come il personaggio comico all'interno dell'opera. Bottom parla in prosa e non in versi, aspetto che indica il suo basso ceto sociale rispetto agli altri protagonisti. Attraverso queste parole, egli immagina i fatti vissuti talmente unici e incomprensibili da non poter essere comunicati a nessun essere vivente sulla Terra. Ironicamente tuttavia, l'esperienza di Bottom è stata osservata dal pubblico, conscio del fatto che egli è stato bellamente ingannato dai folletti, il cui unico intento era quello di soddisfare i loro piani.