L'abbazia di Northanger

L'abbazia di Northanger I predecessori letterari di Jane Austen

L’abbazia di Northanger è stato pubblicato postumo nel 1817, in un momento in cui il romanzo inglese stava sviluppando rapidamente le proprie possibilità. Mentre alcuni autori scrivevano letteratura sensazionalista, includendo castelli diroccati, eroine spaventate e cattivi misteriosi – un genere a cui poi ci si riferirà come letteratura gotica – altri tentavano di scrivere utilizzando uno stile più realistico. Con una tale premessa in mente, si potrebbe notare come L’abbazia di Northanger prenda di mira due generi in competizione tra loro: il romanzo gotico e quello naturalista. A differenza del primo, il romanzo naturalista si sforzava di raffigurare la società così com’era e presentava in genere personaggi comuni alle prese con le difficili situazioni di tutti i giorni, in particolare i legami sentimentali. Camilla di Frances Burney (1796) è un importante romanzo di questo genere. È significativo che Jane Austen legga questo romanzo poco prima di intraprendere quel manoscritto che poi diventerà L’abbazia di Northanger. Come il personaggio di Camilla di Frances Burney, e come la stessa Jane Austen, Catherine è figlia di un ecclesiastico che viene corteggiata da un valido pretendente. E in effetti, Jane Austen menziona Camilla in L’abbazia di Northanger come uno dei romanzi che la sua giovane protagonista ha letto.

Camilla racconta la storia di Camilla Tyrold, di sua sorella Eugenia e della loro cugina Indiana. Lo spasimante della protagonista si chiama Edgar. Ispirato dall’ingerenza del suo tutore, il dottor Marchmont, Edgar si mette alla ricerca di tutte le mancanze nel carattere di Camilla. Nel frattempo, il padre di quest’ultima le suggerisce di nascondere il suo amore per Edgar e di non apparire troppo interessata. Alla fine, dopo una serie di equivoci, i due amanti si sposano. Nel frattempo, Eugenia, sorella della protagonista, contrae il vaiolo e rimane sfigurata. La donna si prepara a ereditare la fortuna dello zio, che prova compassione per la sua situazione. Purtroppo Eugenia si innamora di Melmond, un giovane con la passione per la letteratura, ma quest’ultimo si infatua della bella e superficiale Indiana. Mentre Camilla e Catherine condividono l’ingenuità e l’innocenza, Indiana sembra aver ispirato il ritratto austiano di Isabella Thorpe. Similmente, Melmond e James sono entrambi giovani studiosi che si innamorano di donne superficiali.

Sebbene non si debba trascurare l’influenza di Frances Burney esercitata su Jane Austen, è innegabile che L’abbazia di Northanger si preoccupi maggiormente di interrogarsi circa le convenzioni, i tropi, del romanzo gotico. Nella seconda parte, Jane Austen fa la parodia di tre romanzi di Ann Radcliffe: I misteri di Udolpho, Romanzo siciliano e Il romanzo della foresta. Di questi tre, l’opera più importante è certamente la prima, che Catherine legge a Bath e di cui discute sia con Isabella sia con Henry. I misteri di Udolpho racconta la storia di Emily St. Aubert, una giovane che, rimasta orfana, viene mandata a vivere con gli zii nel lontano castello italiano dal nome Udolpho. Emily è innamorata di un giovane che si chiama Valancourt, ma suo zio, arrivista macchinatore, vuole che lei sposi il suo amico, il conte Morano. Emily si rifiuta e alla fine si ricongiunge al suo innamorato. Tuttavia, prima che ciò accada, in stanze nascoste del castello la giovane si imbatte in diversi cimeli spaventosi e scopre che a Udolpho veniva tenuto prigioniero Du Pont, un uomo che diventa il suo ammiratore segreto e che la aiuta a scappare dalla reclusione nel castello dello zio.

Da questa breve trama, si può capire come l’intreccio dell’Abbazia di Northanger sia stato influenzato anche dal lavoro di Ann Radcliff. Proprio come Emily, Catherine ha due pretendenti, l’avido John e il nobile Henry; inoltre, come l’eroina dei Misteri di Udolpho, Catherine si ritrova in un’ambientazione poco familiare quando visita la storica abbazia di Northanger. Ovviamente, Austen ricorda al lettore che Catherine abita in un mondo più realistico, inquadrando la sua fantasia riguardo la signora Tilney come un’illusione. Ciononostante, Ann Radcliffe ha esercitato un’influenza evidente sullo stile di scrittura di Jane Austen nelle parti venate di gotico dell’Abbazia di Northanger.