Il piccolo principe

Il piccolo principe L'analisi delle citazioni

Ho sete di quest’acqua.

Il piccolo principe, Capitolo XXIV

A quale acqua si riferisce il piccolo principe? Quest'acqua non proviene da un pozzo sahariano nelle distese del deserto, ma da un pozzo di un villaggio con bordo, carrucola e secchio. Questo pozzo è un luogo di vita, il cordone collega l'acqua contenuta nelle profondità della madre terra. Qui l'acqua è ben più che rinfrescante perché nasce dalla passeggiata sotto le stelle, dal canto della carrucola e dallo sforzo delle braccia. È buona per il cuore. È nel pozzo d'acqua di ognuno di noi che è nascosta la verità della vita.

Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.

La volpe, Capitolo XXI

Una frase semplice ma meravigliosamente commovente che spiega la natura peculiare delle relazioni, siano esse tra uomo e animale, tra uomo e uomo o tra uomo e fiore. La volpe sa bene che sono necessari tempo e pazienza per trasformare una creatura da anonima e insignificante in qualcosa che sia davvero importante, ma è uno sforzo che alla fine viene totalmente ripagato.

«Addio», disse la volpe. «Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi».

La volpe, Capitolo XXI

Questa è forse la frase più famosa dell'intero libro e per una buona ragione: espone il punto di vista dell'autore su ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta, ovvero coltivare relazioni basate su connessioni profonde e significative e non su basi superficiali. Permette al principe di capire qual era il problema con la sua rosa e di apprezzarla per quello che è veramente. Aiuta l’aviatore a comprendere il motivo per cui il piccolo principe è così speciale e spiega esattamente ciò che egli intendeva quando da bambino disegnava il boa constrictor con l'elefante nello stomaco. I numeri, l'orgoglio, i complimenti, i libri e altre cose che gli adulti ritengono importanti in realtà non lo sono e ci è voluto un giovane principe per chiarire come stanno le cose.

Sembrerà che stia soffrendo. Sembrerà un po' come se stessi morendo. È così.

Il piccolo principe, Capitolo XXVI

In questa citazione, l'autore distingue tra corpo e anima. Quando il serpente morde il principe, è solo il suo corpo a essere ferito cosicché la sua anima possa muoversi lungo lo spazio e il tempo per ricongiungersi al suo prezioso fiore. Attraverso questo commento, Saint-Exupéry fa in modo che il destino del ragazzo rimanga ambiguo: viene raccontato che il pilota non troverà il suo corpo e che, guardando le stelle, ripenserà sempre al suo piccolo amico. I lettori sono quindi liberi di pensare che in qualche modo il principe sia riuscito a tornare fisicamente alla sua rosa, ma sul fatto che i due amici rimarranno legati almeno spiritualmente non c’è dubbio. Inoltre, il fatto che il corpo del ragazzo non sia visibile non lo priva della sua essenza: anche quando una persona non è fisicamente presente a causa di una separazione di qualsiasi tipo, l’amore persiste.

Mi sembrava di portare un fragile tesoro.

Il narratore, Capitolo XXIV

In questo breve e malinconico commento, il narratore indica quanto prezioso sia per lui il ragazzo e quanto sia leggero ed effimero. È a malapena più di un corpo; tra poco “morirà” e il suo corpo svanirà. I commenti del narratore su quanto sia piccolo e fragile il principe dicono come la separazione possa essere una parte dell'amore. Tutti sono destinati a morire, nonostante quanto siano giovani, vivaci o importanti.

Almeno il suo lavoro ha un senso.

Il piccolo principe, Capitolo XIV

Uno dei temi raccontati da Saint-Exupéry è la necessità per l'uomo di sentirsi in dovere di svolgere un lavoro utile per non rischiare di sentirsi irrilevante o altrimenti autocelebrativo. Quasi tutti gli adulti che il principe incontra sono impegnati a pubblicizzare i propri successi o a darsi da fare in lavori assurdi: contare le stelle, non governare nessuno, chiedere complimenti a gran voce, vendere pillole finte o scrivere libri su cose mai viste. I lavori del principe di spazzare i suoi vulcani e di prendersi cura del suo fiore, tuttavia, sono intrisi di significato perché hanno uno scopo. Egli si rende conto che il tempo trascorso con il suo fiore è ancora più importante, poiché ha favorito la loro profonda connessione. Gli adulti spesso possono perdere queste connessioni perché sono troppo fissati su cose insignificanti.

Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte. E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.

Il narratore, Capitolo I

C'è una sottile ironia in questo commento perché ciò che il narratore descrive come argomenti di grande interesse per gli adulti e a cui essi attribuiscono un’enorme importanza, finiscono per sembrare molto noiosi e monotoni. Invece di assecondare la propria creatività e immaginazione, il narratore deve quindi conformarsi alle aspettative della società e ai discorsi elencati. Si trova così a reprimere alcuni tratti della sua personalità e il principe è l'unico che può farli riemergere. Saint-Exupéry suggerisce che i lettori adulti dovrebbero diffidare dall’essere troppo “grandi”, perché può significare perdere la propria autenticità e diventare noiosi.

Il mio fiore è effimero, si disse il piccolo principe.

Il piccolo principe, Capitolo XV

Questa è una lezione dolce-amara che il principe deve imparare così come anche i lettori. Le persone (o in questo caso i fiori) che amiamo non vivono per sempre; una parte naturale della vita è la morte. Probabilmente il principe non ci pensò quando lasciò il fiore, frustrato dal suo comportamento e dalle sue richieste. Ora sa che lei prima o poi morirà, il che gli rende intollerabile il suo soggiorno sulla Terra e lo spinge a morire lui stesso in modo da poterla raggiungere sul suo pianeta.

Gli uomini occupano molto poco posto sulla Terra.

Il narratore, Capitolo XVII

Questo è un altro commento divertente del narratore, soprattutto a seguito del grande impegno con numeri ed eserciti di lampionai descritto in precedenza. Affermando che gli uomini non occupano molto spazio, in realtà ne sminuisce la grandezza: pensano di possedere la terra e di averne il dominio. Il re pensa di governare su tutto e tutti, l'uomo d'affari pretende di possedere le stelle e il geografo crede di sapere tutto dei mondi. In realtà, l'uomo è piccolo ed è la natura a essere più vasta e potente, anche se dal baccano e dalla furia dell'uomo potrebbe sembrare il contrario. In questa citazione, il narratore conferma semplicemente ciò che il principe ha scoperto nei suoi precedenti incontri con gli adulti, ossia che essi si vedono più importanti di quanto dovrebbero e si credono più appariscenti di quanto non siano in realtà.

[...] tutto cambia nell’universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o no, mangiato una rosa.

Il narratore, Capitolo XXVII

Il narratore cerca di tranquillizzarsi affermando che nel suo disegno della pecora aveva aggiunto anche la museruola e che quindi la rosa del principe starà al sicuro; ma il fatto è che non riesce a ricordare veramente. Due sono le cose importanti esposte qui: innanzitutto, il narratore non ha ancora imparato la lezione del piccolo principe, ossia che le cose sono effimere e prima o poi svaniranno e la perdita fa parte della vita. In secondo luogo, e su un piano piuttosto diverso, il fatto che una pecora mangi o meno una rosa, evento che per la maggior parte degli adulti è piuttosto irrilevante e ininfluente, irrita così tanto il narratore e disturba così tanto i lettori perché forse si è giunti ​​ad abbracciare la visione della vita del principe: vengono dimenticati l'orgoglio, il denaro e i numeri, perché ciò che conta davvero sono l’amore e la cura per le persone speciali. Se la pecora dovesse mangiare la rosa del principe sarebbe una tragedia perché i lettori hanno compreso quanto lui la ami.