Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde

Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde Riassunto e analisi di - Capitolo 10: La piena confessione di Henry Jekyll

Riassunto

L’ultimo capitolo contiene una trascrizione della confessione di Jekyll a Utterson. Jekyll inizia la lettera spiegando di essere stato fortunato alla nascita, in quanto era entrato in possesso di un'ingente eredità, era dotato di una buona salute e di uno spirito stacanovista. Jekyll, un uomo fortemente idealista, si comportava in modo rispettabile e teneva segreti i suoi vizi più discutibili. Raggiunta l’età adulta, Jekyll si era reso conto di vivere due vite: una di decoro e buone maniere e un’altra di piaceri nascosti e sregolatezza. In qualità di scienziato, aveva deciso di esaminare la natura duplice dell’uomo attraverso quegli studi mistici che avevano tanto offeso Lanyon. Jekyll era giunto così alla conclusione che “l’uomo non è autenticamente uno, ma autenticamente due” e che, come spiega nella lettera, aveva sperato di riuscire a separarne i due lati.

Dopo anni di lavoro, Jekyll era riuscito a creare una soluzione chimica che gli avrebbe permesso di raggiungere il suo obiettivo. Jekyll, dopo aver acquistato grandi quantità di un particolare sale, l’ultimo ingrediente che gli occorreva, si era deciso a bere la mistura, pienamente consapevole che stava mettendo la sua stessa vita in pericolo. La pozione gli aveva provocato dolori e nausea, ma poi questi sintomi erano passati, consentendo al dottore di esaminare i risultati del suo lavoro. Jekyll si era subito sentito forte, irrequieto e libero e aveva notato, allargando le braccia, che il suo corpo si era ridotto di statura. Il dottore ipotizzava che la sua nuova forma fosse fisicamente più piccola perché rappresentava quel lato malvagio che aveva sempre cercato di reprimere e di tenere sotto controllo.

Jekyll era quindi andato davanti a uno specchio per esaminare la sua nuova identità e aveva deciso di chiamare il suo alter ego Edward Hyde. Invece di provare la repulsione che ogni altro personaggio del romanzo aveva provato al cospetto di Hyde, Jekyll aveva avvertito “il desiderio di accoglierlo con slancio”. Jekyll ammette che aveva davvero amato vivere vestendo i panni di Hyde, perché libero di comportarsi in modo meno rispettabile e vivere il lato oscuro di Londra. Attraverso Hyde, Jekyll aveva avuto modo di vivere una doppia vita, con cui poteva sia preservare le apparenze, sia soddisfare i propri istinti. Jekyll aveva deciso di affittare un appartamento a Soho, che avrebbe sfruttato come dimora ufficiale di Hyde. A seguito dell’incidente con la bambina a cui Enfield aveva assistito, Jekyll aveva inoltre aperto un conto bancario intestato a Edward Hyde per evitare sospetti. Sebbene Jekyll non avesse mai provato molti rimorsi per il comportamento di Hyde, aveva fatto in modo quantomeno di disfare il male da lui fatto.

La doppia vita di Jekyll era andata avanti esattamente come previsto fino a due mesi prima dell’assassinio di Sir Danvers Carew, quando, una notte, il dottore si era trasformato in Hyde involontariamente, mentre dormiva. Jekyll si era quindi reso conto, improvvisamente, che alcuni aspetti dell’esperimento gli erano sfuggiti di mano e che correva il rischio di rimanere intrappolato permanentemente nel corpo di Hyde. Per due mesi interi, il dottore aveva quindi vissuto solo come Henry Jekyll. Ben presto, però, aveva avvertito la necessità di liberare la sua parte malvagia e, in un momento di estrema debolezza, aveva bevuto nuovamente la pozione. Hyde aveva fatto ritorno, dopo mesi di prigionia e con lui una furia demoniaca. Era la notte in cui Edward Hyde aveva assassinato Sir Danvers Carew colpendolo con uno dei bastoni di Jekyll. Hyde, chiaramente, non aveva provato alcun senso di colpa, mentre Jekyll, ancora prima di essere tornato pienamente in sé, aveva iniziato a chiedere a Dio di perdonarlo. Ancora una volta, Jekyll si era convinto a non trasformarsi mai più ed era stato nel corso dei mesi successivi a quella sera che Utterson aveva notato un miglioramento nel comportamento di Jekyll, che era diventato sempre più socievole. Jekyll aveva avuto così l’impressione di essersi liberato di un enorme peso.

Proprio come in precedenza, tuttavia, il pentimento di Jekyll era venuto a meno e il dottore aveva ricominciato, seppur sin segreto, “a cedere agli assalti della tentazione”. Benché non volesse vestire nuovamente i panni di Hyde, il fatto che il dottore avesse ceduto al male aveva rafforzato la sua parte malvagia, il che lo aveva portato di nuovo a trasformarsi spontaneamente in Hyde, questa volta però in un parco fuori casa sua. Temendo di venire catturato dalla polizia e impossibilitato a fare ritorno a casa perché i domestici lo avrebbero visto e denunciato, Hyde aveva richiesto l’aiuto di Lanyon. Da quella notte in poi, Jekyll aveva dovuto assumere una dose doppia, a volte addirittura tripla, della pozione ogni sei ore per evitare di risvegliarsi senza volerlo come Hyde. Quando l’effetto della pozione svaniva, Hyde riappariva: ciò a cui Enfield e Utterson avevano assistito alla finestra era proprio l’inizio di una di queste trasformazioni.

Il dottore spiega poi che, negli ultimi giorni e ore della sua vita, Hyde era diventato sempre più forte, mentre Jekyll aveva iniziato a venire meno. Come se ciò non bastasse, la riserva di sale per ultimare la pozione si stava esaurendo. Il dottore aveva quindi provveduto a ordinarne altro, ma purtroppo il nuovo sale si era rivelato inefficace. Dopo aver ordinato il sale più puro possibile, Jekyll si era reso conto che il suo ordine iniziale di sale doveva in realtà contenere un’impurità sconosciuta ed era quella l’ingrediente chiave della pozione. Senza il sale originale, non vi era modo per Jekyll di scoprire quale fosse l’ingrediente segreto: il dottore aveva così capito che si sarebbe trasformato in Hyde in modo permanente. Dopo aver assunto l’ultima dose della pozione, Jekyll, tornato in sé, si era messo a redigere un nuovo testamento e le lettere a Utterson, in cui spiegava ogni cosa.

Nella conclusione della sua confessione, Jekyll afferma di non essere sicuro di come reagirà Hyde quando il resto del mondo lo scoprirà, ma aggiunge che, senza ombra di dubbio, quando Utterson leggerà la lettera, Henry Jekyll avrà smesso di esistere.

Analisi

Nell’ultimo capitolo i misteri del romanzo vengono finalmente svelati. I dettagli delle ricerche di Henry Jekyll, i ragionamenti alla base delle sue sperimentazioni e i dettagli su come Hyde aveva iniziato a prendere il sopravvento vengono rivelati direttamente dallo stesso dottore. Il passaggio da una narrazione in terza persona a una in prima persona è d’impatto e il contenuto della confessione non lascia spazio a molte domande. Il lettore è in grado di mettere insieme il punto di vista di Utterson e il comportamento di Jekyll e tutto diventa chiaro.

Nella sua lettera, Jekyll mette in evidenza uno dei temi principali del romanzo, ossia la natura duplice dell’uomo: è proprio questo l’aspetto che aveva spinto il dottore a portare avanti i disastrosi esperimenti che lo avrebbero condotto alla rovina. Hyde, la personificazione delle caratteristiche puramente malvagie di Jekyll, si crogiola nella libertà garantita da un’esistenza anonima. Pur essendo riuscito nell’intento di distillare la sua parte malvagia, Jekyll continua a essere una combinazione di bene e male. È per questo che, dopo continue trasformazioni, il suo lato malvagio, a lungo represso, si rafforza sempre più, fino a prendere del tutto il sopravvento. Gli esperimenti di Jekyll sono perciò il contrario di ciò che sperava. Un altro aspetto interessante da evidenziare, che viene ripetuto peraltro più volte nel romanzo, è che Hyde sia un uomo piccolo, mentre Jekyll è un uomo di alta statura. Si lascia quindi intendere che il lato cattivo del dottore sia più debole e meno sviluppato del suo lato buono. Le apparenze sono tuttavia ingannevoli, perché in realtà la forza di Hyde sovrasta quella di Jekyll.

Nella sua lettera, Jekyll dice chiaramente di non provare rimorso per via delle azioni di Hyde, come testimoniato dalle seguenti parole: “A volte, Henry Jekyll rimaneva inorridito dalle azioni di Edward Hyde ma, dal momento che la situazione esulava da ogni legge ordinaria, insidiosamente la coscienza allentava la presa. Dopo tutto era Hyde il colpevole, soltanto Hyde”. Agli occhi del lettore questa spiegazione appare ridicola, visto che Hyde è in realtà parte di Jekyll e Hyde è un essere che il dottore stesso ha creato, per cui il dottore è assolutamente responsabile delle azioni del suo alter ego.

Nella lotta tra Jekyll e Hyde, Stevenson esplora la lotta della coscienza umana tra il bene e il male, tra nobile e ignobile. Jekyll, che cede ai suoi istinti malvagi, diventa prigioniero e vittima della sua stessa creazione. Stevenson sembra quindi suggerire che una vita nobile e innocente sia superiore a una vita segretamente immorale. Allo stesso tempo, l’autore dipinge Utterson e Lanyon, in apparenza uomini del tutto rispettabili, come deboli. Lanyon muore per lo shock dovuto alla trasformazione di Jekyll e Utterson rifiuta ripetutamente di accettare la verità o di svelare il mistero al centro del romanzo. Sebbene in apparenza critichi entrambi gli stili di vita, Stevenson sembra alla fine ritenere la vita rispettabile quella più lodevole, siccome Utterson rimane in vita mentre Jekyll e Hyde muoiono.

Nonostante questo capitolo finale riveli i dettagli del lavoro di Jekyll, rimangono effettivamente alcuni interrogativi. Stevenson non specifica mai nulla, infatti, riguardo i comportamenti indecenti di Jekyll o i suoi vizi immorali, parlando di questo aspetto della vita del dottore in modo molto vago. Questa mancanza di informazioni costituisce l’omissione finale del libro, che segue un pattern stabilito fin dall’inizio della storia. Jekyll e Hyde avevano incontri sessuali immorali, o perfino omosessuali? Non è chiaro. La bambina che correva in strada alle tre del mattino potrebbe essere un’allusione alla prostituzione minorile, che a quei tempi dilagava. La mancanza di personaggi femminili nel romanzo o di influenze femminili in ciascuna delle vite degli uomini del romanzo lascia comunqe aperta la possibilità di una loro possibile omosessualità. Nonostante tutti gli indizi e le insinuazioni del romanzo, il lettore non sa nulla dei dettagli relativi alla depravazione di Jekyll e del suo alter ego. Secondo alcuni critici, questa spiegazione mancante simboleggia la natura oppressiva della società vittoriana. Secondo altri, rappresenta invece il conflitto tra la razionalità della scrittura e l’ineffabilità del male puro. Il non dare una spiegazione a quei dettagli potrebbe anche essere un modo per accrescerne l’aura di malvagità, siccome l’ignoto è più inquietante di ciò che è noto.

Il messaggio principale di Stevenson sembra essere il fatto che il richiamo dell’oscurità e del male esiste nella mente di ogni uomo e ciò che distingue le persone buone da quelle cattive è la capacità di controllare i propri vizi. Anche se ogni persona ha una parte malvagia, Stevenson suggerisce che sia meglio tenere il proprio “Hyde” sottochiave e di non lasciarlo libero.