Orgoglio e pregiudizio

Orgoglio e pregiudizio L'analisi delle citazioni

“È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un buon patrimonio debba avere bisogno di una moglie.”

Narratore

Fin dalla prima riga del romanzo, Jane Austen rivela due dei temi principali: il matrimonio e la classe sociale (rappresentata in particolare dai soldi). Nel mondo di Orgoglio e pregiudizio, gli individui sono definiti dalle loro opportunità matrimoniali e proprietà finanziarie. Tuttavia, il sarcasmo di questa prima riga nasconde una critica implicita. Il focus grammaticale dell’inciso è su: “uno scapolo” e “debba avere bisogno di una moglie”, ma il romanzo si concentra su come i suoi personaggi femminili lottino per affermarsi in questo oppressivo patriarcato. Ogni figlia Bennet sa che senza un marito con mezzi e status dignitosi, rischia di non avere controllo sulla sua vita e, potenzialmente, di essere una nubile bisognosa. Il fatto che la Austen riesca a sottintendere una così disperata realtà in una riga all’apparenza disinvolta e semplice è evidenza della sua maestria.

‘L’orgoglio,’ osservò Mary, che andava fiera della solidità delle proprie riflessioni, ‘è difetto molto comune, credo. Da tutto ciò che ho letto, infatti, mi sono convinta che sia assai diffuso; che la natura umana vi sia particolarmente propensa, e ben pochi di noi non si compiacciono per un pregio o per un altro, vero o presunto. Vanità e orgoglio sono differenti, anche se i termini sono spesso usati come sinonimi. Una persona può essere orgogliosa senza essere vanitosa. L’orgoglio riguarda più l’opinione che abbiamo di noi stessi, la vanità ciò che vorremmo che gli altri pensassero di noi.’

Mary Bennet

Con queste parole, Mary offre al lettore una lente attraverso cui comprendere uno dei concetti centrali del romanzo. All’apparenza, la giovane Bennet dà semplici definizioni di orgoglio e vanità. Le sue parole indicano inoltre che queste caratteristiche sono “molto comuni”. Pertanto, suggerisce che la cosa migliore sia conoscere l’inclinazione di qualcuno verso un tale comportamento. Tuttavia, all’inizio di Orgoglio e pregiudizio, sia Elizabeth sia Darcy si reputano superiori a orgoglio e vanità. Pensano di poter esistere al di fuori di tali norme culturali ma, alla fine, sono obbligati ad accettare che le loro azioni esistano nel contesto di una società più grande. Hanno delle responsabilità verso gli altri e dovrebbero soppesare, chi più chi meno, come le loro famiglie e amici li considerano.

“‘In un caso simile nascondersi agli occhi altrui,’ rispose Charlotte, ‘può forse essere piacevole, ma a volte è uno svantaggio essere tanto riservati. Se una donna sa nascondere con la stessa abilità il proprio affetto a colui che ne è oggetto, potrebbe perdere l’occasione di conquistarlo, e allora sarebbe ben misera consolazione sapere che il mondo è altrettanto ignaro. C’è così tanta gratitudine e vanità in quasi ogni affetto che è sconsigliabile lasciarne anche solo una parte in balia di se stesso. Ognuno di noi inizia spontaneamente, una lieve preferenza è più che naturale, ma sono ben poche le persone dal cuore tanto generoso da innamorarsi davvero senza incoraggiamento. Nove volte su dieci a una donna conviene mostrare più affetto di quanto ne provi.’”

Charlotte Lucas

Da un certo punto di vista, la visione pragmatica che Charlotte ha dell’amore si pone in netto contrasto con quella più romantica di Elizabeth (e, presumibilmente, con quella della stessa Austen). Tuttavia, la filosofia di Charlotte riflette la sfortunata realtà che le donne in Orgoglio e pregiudizio si trovano a fronteggiare. Vivono in una società patriarcale: se un uomo rimane da solo, il suo più grande rischio è la solitudine. Di contro, una donna non sposata ha di fronte a sé la potenziale perdita della sicurezza finanziaria. Agli occhi di Charlotte, questa disuguaglianza sociale significa che una donna deve prendere in considerazione di impiegare la manipolazione per amore del suo futuro. La giovane Lucas segue il suo stesso consiglio quando mostra “più affetto di quanto ne provi” verso il signor Collins per assicurarsi una proposta di matrimonio. Eppure, ciò che suggerisce il lieto fine di Elizabeth è che non è sempre necessario per una donna essere pragmatica come Charlotte, sebbene la sua filosofia agisca come critica a un mondo che in tal modo limita l’agire della donna.

“‘Un matrimonio felice è solo questione di fortuna. Se anche i soggetti interessati si conoscono a fondo, o se sono simili, una volta sposati questo non assicurerà la felicità. Nel tempo diventeranno sempre più diversi, cosa che porterà a ognuno la propria dose di malumore: è meglio conoscere il meno possibile i difetti della persona con cui passerai tutta la vita.’”

Charlotte Lucas

La visione pragmatica dell’amore e del matrimonio di Charlotte, di fatto nasconde paura e disperazione. La giovane Lucas vede l’amore come irrilevante per un matrimonio e crede che una donna debba limitare la propria confidenza con il marito per scongiurare inevitabili delusioni. Alla fine, questo indica che Charlotte vede un marito come un bene o un mezzo. Nonostante Elizabeth critichi la raccomandazione dell’amica, al tempo di Jane Austen queste parole nascondevano tristemente un buona dose di verità. Charlotte è consapevole che se le sue aspettative nei confronti di un compagno sono troppo alte, rischia di diventare una zitella in difficoltà. Se invece abbassasse i suoi standard, potrebbe non trovare l’amore, ma almeno sarà una donna agiata.

“Fu fatta accompagnare nella sala della colazione, dove erano riuniti tutti tranne Jane e dove il suo arrivo suscitò un’enorme sorpresa. Il fatto che avesse camminato per tre miglia così di buon mattino, con un tempo tanto minaccioso e da sola era quasi incredibile per la signora Hurst e la signorina Bingley, ed Elizabeth era convinta che la disprezzassero per questo. Tuttavia la accolsero con educazione, e nei modi del fratello c’era qualcosa di ancora migliore, ovvero affabilità e gentilezza. Il signor Darcy parlò molto poco e il signor Hurst non parlò affatto. Il primo era combattuto tra l’ammirazione per la carnagione di lei, resa luminosa dall’esercizio fisico, e il dubbio che la motivazione non giustificasse l’allontanarsi così tanto da sola. Il secondo pensava solo alla colazione.”

Narratore

Elizabeth è preoccupata per Jane ma non dispone di una carrozza, così cammina da sola attraverso campi pieni di fango diretta a Netherfield. Mentre la società considera questo genere di comportamento non adatto a una signorina, la preoccupazione di Elizabeth per la sorella supera la necessità di aderire alle eleganze sociali. Le sorelle di Bingley descrivono il suo comportamento come osceno e assurdo alle sue spalle. Tuttavia, trattano Elizabeth educatamente, rivelando la disonestà intrinseca nell’aderire alle convenzioni sociali. Nel frattempo, l’ingenuo signor Bingley prende parte al semplice divertimento dato dalle avventure di Elizabeth. Invece, l’assortimento di reazioni di Darcy rivela la sua confusione riguardo i suoi sentimenti per la giovane Bennet. È dubbioso, e ciò riflette la sua conoscenza delle aspettative sociali, ma non può far altro se non provare ammirazione per l’unicità di Elizabeth.

“‘No,’ disse Darcy, ‘non ho mai avuto questa pretesa. Ho i miei difetti, ma nessuno, mi auguro, di giudizio. Del mio carattere non posso certo garantire, temo che sia ben poco arrendevole, certo troppo poco per essere gradito al resto del mondo. Non riesco a dimenticare abbastanza in fretta le follie e i vizi altrui, né le offese subite. I miei sentimenti non mutano al primo tentativo di smuoverli. E forse si potrebbe dire che serbo rancore. Una volta perduta, la mia stima è perduta per sempre.’”

Il signor Darcy

Se Orgoglio e pregiudizio riguarda per lo più come Darcy ed Elizabeth raggiungono la consapevolezza di sé, allora questa frase, che lui le rivolge durante il soggiorno a Netherfield, rappresenta il modo con cui il giovane inizialmente vede sé stesso. Si può notare una certa ironia nella sua onestà. Mentre sembra che esibisca una totale consapevolezza di sé, in qualche modo ne è ignaro. Il suo orgoglio è talmente intenso che rifiuta apertamente di farsi domande sulla sua percezione personale. Pertanto, lui manca davvero di consapevolezza di sé. Elizabeth qui è scioccata dall’arrogante rifiuto di Darcy, ma possiede un orgoglio simile nelle sue propensioni. Più tardi nel romanzo, il giovane realizzerà che il suo orgoglio ha mascherato i limiti delle sue prime impressioni (come nel caso di Jane), mentre Elizabeth si renderà conto che nasconde parecchio pregiudizio.

“Si era vestita con maggior attenzione del solito e posta nello stato d’animo migliore per muovere all’attacco di quanto restava da conquistare nel cuore di lui, confidando che non fosse più di quel tanto che si può espugnare nel breve corso di una serata. All’improvviso fu colta dal terribile sospetto che, per compiacere il signor Darcy, fosse stato volontariamente escluso dall’invito che Bingley aveva fatto agli altri ufficiali. In realtà non era andata proprio così, e sebbene la sua assenza fosse stata confermata dal suo amico Denny, al quale Lydia aveva chiesto lumi, la sostanza non cambiò perché li informò che il signor Wickham era stato costretto ad andare in città il giorno prima e non era ancora tornato. Poi, con un sorriso eloquente, aggiunse: ‘Ma non credo che i suoi affari lo avrebbero richiamato proprio ora, se non avesse desiderato evitare un certo signore.’”

Narratore

Questo passaggio rivela che Elizabeth è molto più influenzata dal suo orgoglio e dal suo pregiudizio di quanto creda. Critica apertamente Darcy per queste colpe, senza capire che anche lei ne soffre. Il suo pregiudizio la rende cieca di fronte al fatto che le affermazioni di Wickham potrebbero non essere del tutto vere. La prima parte del periodo rivela la causa dell’irremovibile pregiudizio di Elizabeth verso Darcy: l’orgoglio di lei. Wickham è stato lusinghiero con la giovane Bennet e questo ha annebbiato il suo solito discernimento. Sebbene di solito si interessi poco delle aspettative sociali, Elizabeth tradisce la sua vanità vestendosi “con maggior attenzione del solito”.

“‘Vi state sbagliando, signor Darcy, se immaginate che la forma della vostra dichiarazione abbia avuto alcun effetto su di me se non risparmiarmi il dispiacere che avrei provato nel rifiutarvi se vi foste comportato più da gentiluomo.’”

Elizabeth Bennet

Quando Elizabeth rifiuta la prima proposta di Darcy, attacca l’orgoglio dell’uomo. È chiaro che lui si aspetti una risposta positiva, il che rivela la sua arroganza. L’affermazione di Elizabeth, ovvero che Darcy non ha agito “da gentiluomo”, mostra che lei lo giudica in base al suo comportamento piuttosto che al suo status aristocratico. Potrà anche indossare l’etichetta del gentiluomo, ma questo non significa necessariamente che la sua condotta sia sempre appropriata. Quest’asserzione provoca in Darcy grande costernazione: Elizabeth, lo forza a rivalutare il modo con cui lui vede sé stesso e a considerare la sua personalità separata dalla sua posizione sociale.

“‘Quanto sono stata spregevole!’ esclamò. ‘Io che sono sempre stata fiera del mio buonsenso! Io che mi fidavo del mio giudizio, che sorridevo del generoso candore di mia sorella e che mi sentivo così superiore a lei, gratificando la mia vanità con una diffidenza tanto biasimevole! Che scoperta umiliante! Eppure che giusta umiliazione! Se fossi stata innamorata non avrei potuto essere più stupidamente cieca! Ma la mia follia non dipende dall’amore ma dalla vanità. Allettata dalla preferenza dell’uno e offesa dall’indifferenza dell’altro, fin dall’inizio della nostra conoscenza mi sono lasciata trasportare dal pregiudizio e ho disdegnato il buonsenso. Per la prima volta mi conosco davvero!’”

Elizabeth Bennet

In questo passaggio, Elizabeth comprende quanto il suo orgoglio e il suo pregiudizio abbiano condizionato il suo discernimento, sebbene abbia criticato Darcy per la stessa chiusura mentale. Ha creduto alla storia di Wickham nonostante gli ovvi segni della sua disonestà e inoltre ha voluto pensare il peggio di Darcy. Una volta che la giovane Bennet riconosce le sue colpe, non si crogiola in esse. Invece, coglie l’occasione per migliorare il suo atteggiamento e alla fine ammette i suoi sentimenti per Darcy.

“‘Sono stato egoista per tutta la vita, nella pratica seppur non nei principi. Da bambino mi fu insegnato ciò che è giusto, ma non a correggere il mio temperamento. Mi furono trasmessi sani principi, ma mi fu concesso di seguirli nell’orgoglio e nella presunzione. Unico figlio maschio, disgraziatamente, e per molti anni figlio unico, sono stato viziato dai miei genitori che, sebbene ottimi (in particolare mio padre, che era tutto ciò che si può chiamare bontà e gentilezza), mi permisero, incoraggiarono e quasi mi insegnarono a essere egoista e superbo, a non curarmi di nessuno al di fuori della mia cerchia familiare, a ritenere inferiore tutto il resto del mondo, o almeno a desiderare il buonsenso e il valore altrui inferiori ai miei. Questo sono stato dagli otto ai ventotto anni, e tale potrei ancora essere se non fosse stato per te, mia carissima, amatissima Elizabeth! Quanto ti devo! Mi hai dato una lezione, all’inizio molto dura ma di grande valore. Da te sono stato giustamente ridotto all’umiltà. Venni da te senza il minimo dubbio su come sarei stato ricevuto. Mi hai mostrato quanto fossero inadeguate tutte le mie pretese di soddisfare una donna degna di essere soddisfatta.’”

Il signor Darcy

Questo passaggio è l’apice del viaggio di Darcy alla scoperta di sé. Ammettendo di essersi proposto a Elizabeth “senza il minimo dubbio su come sarei stato ricevuto”, il giovane ammette che il suo pregiudizio di classe ha offuscato il suo discernimento. Dopo il rifiuto di lei, l’uomo realizza che i modi di una persona sono più importanti dello status sociale. Da quel momento, ottiene un livello di consapevolezza di sé che gli consentirà di raggiungere la sua futura felicità. Alla fine, quest’affermazione riflette l’importanza che la Austen dà all’unità familiare come guida nell’educazione dei figli, dal momento che Darcy osserva che i suoi limiti sono nati proprio nel contesto educativo.